Fichi secchi con le mandorle – Martano (LE)

Fichi secchi con le mandorle – Martano (LE).

Il fico, in tempi non lontani, dominava il paesaggio agrario dell’antica Terra d’Otranto tant’è che il fico è stato un elemento importantissimo nell’alimentazione del passato (quando si raccolgono i fichi? vedi il nostro calendario), oggi vi parleremo dei fichi secchi con le mandorle – Martano (LE), un altra bellissima ricetta tipica suggeritaci dalla Pro Loco di Martano (LE).

Il gusto particolare e naturalmente dolce dei fichi, unito alla sua facile reperibilità fa sì che questo frutto sia largamente usato nelle diverse preparazioni di dolci tipici della cucina Salentina.

La preparazione dei fichi secchi era – ed è – dove viene avviata naturalmente, piuttosto lunga, ma con l’aggiunta di altri ingredienti definiti “poveri” o comunque semplici, possiamo essere più che sicuri di ottenere un risultato eccellente.

Vediamo quindi cosa dobbiamo avere in casa prima di preparare i fichi secchi con le mandorle – Martano (LE): ovviamente i fichi, un bel po di mandorle, qualche limone e della cannella.

Abbiamo preso tutto? benissimo, ora vediamo insieme le dosi e la modalità di preparazione:

Fichi secchi con le mandorle - Martano (LE)
  • Preparazione: Minuti
  • Cottura: Minuti
  • Difficoltà: Bassa
  • Porzioni:
  • Costo: Molto economico

Ingredienti

  • 3 kg Fichi
  • 200 g Mandorle tostate
  • 3-4 Limoni (Solo la buccia)
  • qb Cannella
  • qb Foglie di alloro

Preparazione

  1. Dopo aver provveduto a raccogliere i fichi dall’albero, puliamoli per bene e tagliamoli per il senso della loro lunghezza; disponiamoli ora sui cosìdetti “cannizzi” (Graticci di canne), per l’essiccazione.

    I fichi vanno lasciati al sole per 10/15 giorni. Ricordiamoci a giorni alterni di girarli, in modo tale che tutto la parte del frutto venisse essiccata allo stesso modo.

  2. Una volta essiccati vanno lavati e poi messi in forno precedentemente riscaldato, ma poi spento per 5 minuti. Prima di utilizzare le mandorle per il ripieno, procediamo a tostarle; una volta ben tostate usiamole per riempire i fichi.

    Per fare questa operazione dobbiamo aprire delicatamente i fichi alternando la buccia di limone grattugiata, cannella e la mandorla tostata, procediamo poi a richiuderli esercitando una leggera pressione.

    Disponiamo ora i fichi su una teglia nella quale avremo messo un foglio di carta da forno – o se preferite di carta fata – e facciamoli cuocere per 45 minuti a 150 °C fino a quando i fichi non saranno belli dorati.

    Ancora caldi mettiamoli in un boccaccio o contenitore di terracotta alternando tra di loro un fico ad una foglia di alloro.

  3. Fichi secchi con le mandorle - Martano (LE)

Martano (LE)

Nel Salento centro orientale sorge Martano, il comune più popoloso (9.150 abitanti) della Grecia Salentina, l’isola etnico-linguistica in cui sopravvive un antica lingua di origine greca, il griko, testimone di un eredità culturale irripetibile pervenutaci dai coloni bizantini (Secc. IX-XIII).

A 22 km da Lecce, Martano è facilmente raggiunto dai turisti, dagli studiosi, dai sognatori; e a tutti piace rievocare il tempo antico mentre si compie il giro attorno alla medievale Terra, e all’interno, nei suoi vicoli, tra balconi balaustrati e portoni, altari traboccanti di puttini, e ghirlande e stemmi nobiliari in bella vista, i secoli dell’età barocca sorprendono il visitatore, trionfando non solo negli edifici sacri ma anche nell’architettura privata.

Il territorio di Martano registra una presenza antropica fin dalla protostoria, attestata oggi da due monumenti megalitici: La “Specchia dei Mori”, la più grande Specchia sopravvissuta in Puglia, e la “Colonna de Santu Totaru”, la più alta pietrafitta pugliese, con i suoi 4,70 metri.

Tra Martano e Zollino è situato il casale di Apigliano, un “unicum” tra gli insediamenti rurali medievali che risulta abbandonato già dalla metà del XVI° secolo.

Apigliano, la cui gente popolò poi anche Martano, è ora parco archeologico inserito in un itinerario turistico culturale Italiano-Svevo-Angioino, e richiama alla memoria il passato bizantino di questi luoghi.

Territorio attraversato da antichi assi viari (la Traiana-Calabra) e l’asse Galatina-Gallipoli), fù borgo fortificato già dalla metà del ‘400, dotato quindi di cortina muraria e fossato.

Martàna (in “griko”), si presentava di forma pressochè ovale, con il castello situato a nord-est, circondato da mura collegate a imponenti torri circolari. Delle otto torri se ne sono conservate due, la Torre Nivéra e la Torre dei Mazzoti.

Nei secoli che vanno dal XVI° al XVIII°, Martano mostra un notevole incremento demografico ed un potenziamento del patrimonio edilizio con la costruzione della nuova chiesa matrice dedicata alla Vergine Maria Assunta in Cielo, di due conventi, uno dei Domenicani, trasformato sin dal secolo scorso in Palazzo Municipale, e l’altro degli Alcantarini, attuale monastero cistercense di Santa Maria della Consolazione, e di numerosi palazzi, ancora oggi l’elemento architettonico significativo del ruolo predominante di Martano sui comuni limitrofi.

Nel tempo i rimaneggiamenti, anche di notevole entità, come la trasformazione del castello a palazzo baronale o le modificazioni radicali come l’abbattimento delle mura, delle torri e delle porte d’accesso alla Terra non hanno del tutto compromesso il fascino evocato dall’originario borgo da cui si diramano le strade più antiche come le vie Catumeréa, Zaca, Giudeca, Santa Lucia, Stefano Sergio, Costantino.

E qui perdura un’edilizia “minore” rappresentata dalle tipiche “case a corte”, anche queste riflesso del vivere al modo greco.

E poi in aperta campagna le distese di olivi secolari, anima del paesaggio agrario salentino dove anche le pietre raccontano la storia.

La pietra, da ostacolo al lavoro, si è trasformata per mezzo dell’uomo, in segnale (menhir, muretti a secco o “pariti”), riparo temporaneo (“furni”o “càlivaci”) o in forme più complesse di architettura (masserie, cappelle rurali, trappeti ipogei, “pozzelle”) che si sono amalgamate con i profili e i colori della natura.

Carla Calò

Fonte: cartoguida turistica di Martano.

Vi è piaciuta questa ricetta tipica di Martano? Sia la ricetta che la storia della splendida cittadina Salentina di Martano ve le abbiamo potute far conoscere, grazie alla preziosa collaborazione della Pro Loco di Martano, ed in particolare della Signora Giulia Bonatesta e della Presidente Carla Calò.

Ecco il profilo Instagram della Pro Loco di Martano;

Questa invece è la loro pagina Facebook;

Visitate entrambi i profili per essere sempre aggiornati sulle loro iniziative.

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